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Università di Padova

Scuola medica dell’Università patavina

La Scuola medica dell’Università patavina ha dato un contributo fondamentale alla nascita e allo sviluppo dei diversi settori della medicina moderna, legando le proprie conoscenze ai fatti e agli esperimenti scientifici e non più basandosi sul mero dogmatismo.
Tra questi settori spiccano:
l'anatomia "chirurgica", il cui rinascimento è legato all'opera De humani corporis fabrica (1543) di Andrea Vesalio, formatosi nello Studio Patavino e qui divenuto professore;
la moderna fisiologia, di cui uno degli iniziatori è Girolamo Fabrici d'Acquapendente, nome che è legato indissolubilmente al Teatro Anatomico di Padova eretto nel 1595;
l'anatomia "animata", che ha come massimo esponente William Harvey, lo scopritore della circolazione del sangue, laureatosi presso l'Ateneo Patavino;
l'anatomia "clinica", infine, che ha origine proprio a Padova nella seconda metà del Settecento e vede Bernardino Ramazzini come fondatore della medicina del lavoro, e Giovanni Battista Morgagni, l’iniziatore di una importantissima specialità che oggi può essere identificata con l'anatomia patologica.
Interno del teatro di anatomia


L’Ospedale di San Francesco Grande

L’Ospedale di San Francesco Grande fu fondato nella prima metà del Quattrocento e si distinse in senso positivo da tutte le precedenti e contemporanee iniziative analoghe per essere stato costruito all'interno delle mura cittadine, in una zona che aveva una già chiara destinazione abitativa.
Fu Giambattista da Monte che per la prima volta, intorno alla metà del Cinquecento, introdusse l'attività clinica in senso moderno: un metodo scientifico e didattico in perfetta sintonia con quanto si andava "sperimentando" nello stesso periodo e nello stesso Studio con gli studi anatomici di Vesalio e con la realizzazione dell'Orto medicinale.
Struttura autonoma, l'ospedale ebbe fin dall'origine un'impostazione prettamente terapeutica mantenuta fino al 1798, quando le ormai antiche strutture edilizie e organizzative risultarono inadeguate e i ricoverati vennero trasferiti nel "nuovo" Ospedale Giustinianeo.

I rapporti tra Ospedale Civile e Università furono precoci e fruttuosi come da una consolidata tradizione storiografica; proprio presso l'Ospedale di San Francesco si tennero, già alla metà del Cinquecento, le prime lezioni "cliniche" al letto del malato, in breve trasformate in veri e propri corsi pratici: nei primi decenni del Seicento, ad esempio, il Prof. Antonio Negri era tenuto a condurvi gli studenti per "fare l'ostensione delle orine e la cognitione di polsi". Questa interazione si rafforzò con l'inaugurazione dell'Ospedale Giustinianeo che ospitò "nel recinto e nelle sale del Nosocomio" le Cliniche medica e chirurgica.


Ospedale Giustinianeo

Spetta al vescovo Nicolò Giustiniani il merito di essersi fatto sponsor autorevole presso le autorità veneziane e i maggiorenti padovani per la realizzazione del "Nuovo Ospedale" che, successivamente, gli venne dedicato.
Dalla "prima pietra", posta il 20 dicembre 1778 in un luogo lontano dal "tumulto della città", in vent'anni prese corpo il progetto ideato da Domenico Cerato, all'epoca docente nello Studio di Architettura civile pratica. Sotto la Repubblica Veneta, divenne la struttura sanitaria di riferimento della Padova francese, austriaca, monarchica. Lo è ancor oggi, dopo quasi duecento anni.
Ultimo aggiornamento: 28/02/2022