Nel 2025, la sclerosi multipla (SM) si presenta come una malattia autoimmunitaria del sistema nervoso centrale (SNC), nella quale processi infiammatori e neurodegenerativi si fondono creando le condizioni per lo sviluppo di disabilità fisica e cognitiva nelle persone affette. La SM può colpire qualsiasi età, con picco di incidenza tra i 30 e 40 anni, e si stima che oltre 3 milioni di persone siano affette da questa malattia in tutto il mondo. La disabilità prodotta dalla malattia si traduce inevitabilmente in costi socio sanitari altissimi.
Il continuo sviluppo di Criteri Diagnostici che consentono di acquisire una diagnosi precocissima e l’accesso a terapie sempre più efficaci, rende oggi possibile avviare terapie immunomodulatorie e immunosoppressorie al momento della diagnosi, che si traduce nella quasi completa soppressione della componente infiammatoria della patologia e nel rallentamento dei processi neurodegenerativi, causa principale della disabilità. E’ oggi universalmente condivisa l’opinione che l’utilizzo nelle fasi precoci di malattia dei farmaci ad alta efficacia si associa a migliori outcome a lungo termine, come dimostrato da trials clinici e dai dati emersi da numeri registri nazionali.
E’ indubbio che anche la migliore definizione diagnostica di altre malattie infiammatorie demielinizzanti del SNC che possono minare la SM all’esordio clinico, quali le malattie dello spettro della Neuromielite Ottica da anticorpi anti-acquaporina (NMOSD) e quelle associate agli anticorpi anti-MOG (MOGAD), ha contribuito a migliorare l’approccio diagnostico alla SM. Anche le NMOSD e le MOGAD sono oggi curabili e costituiscono un terreno di sperimentazione di nuovi trattamenti farmacologici.
Nel 2025, concetti come NEDA (non evidence of disease activity) e PIRA (Progression independent of relapse activity), nonché i cosiddetti patient reported outcomes (PRO) sono entrati definitivamente nel linguaggio comune del neurologo che segue i pazienti con SM e costituiscono elementi di valutazione dell’evoluzione clinica della malattia. Infine, l’attenzione data alla corretta gestione della gravidanza e della maternità costituisce un elemento che caratterizza le competenze del neurologo della SM.
Molte aspetti della gestione clinica della SM restano tuttavia da sviluppare e migliorare: strumenti clinici rivolti alla comprensione precoce (preclinica) del danno neurodegenerativo, protocolli terapeutici rivolti ad una più efficace prevenzione della disabilità, l’accessibilità al monitoraggio neuroradiologico per un corretto monitoraggio delle terapie, lo sviluppo di una rete territoriale neuro-riabilitativa, la creazione di servizi di telemedicina per la gestione delle visite e dei monitoraggi a distanza.
Il Convegno vuole essere un momento di confronto tra esperti sullo stato dell’arte nella gestione diagnostica e terapeutica della SM, della NMOSD e MOGAD, e su quelle che potrebbero essere a breve le nuove acquisizioni in questo rilevante capitolo della patologia neurologica, secondo il principio che ‘Time is Brain’ non solo per le patologie acute, ma anche per quelle croniche del SNC.
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