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Covid pediatrico e MIS-C

venerdì 19 Novembre 2021
Categorie: Covid-19 Salute   
Prof. Zulian
Si chiama Sindrome infiammatoria multisistemica del bambino (Multisystemic Inflammatory Syndrome in Children, MIS-C) e, come emerso da uno studio coordinato da Padova, si tratta di una sindrome post-infiammatoria che colpisce i bambini positivi al Covid, a distanza di 4-6 settimane dall’infezione. Il prof. Francesco Zulian, Direttore dell’UOSD di Reumatologia Pediatrica, ha spiegato i dettagli di questa sindrome infiammatoria nel corso di una conferenza stampa presso la Direzione Generale dell’Azienda.
In Italia i primi casi sono stati registrati nei mesi di aprile e maggio 2020, negli ospedali di Bergamo e Padova. Qui, nella città del Santo, è nata un’equipe multidisciplinare composta da pediatri reumatologi, cardiologi, infettivologi, intensivisti e dell’urgenza per studiare la MIS-C. Insieme hanno costituito un gruppo di ricerca che comprende i reparti di Pediatria di Treviso, Vicenza, Venezia-Mestre e Verona. Padova, come Centro Hub della Rete di Reumatologia Pediatrica Veneta estesa anche ai centri di Trento e Bolzano, coordina la raccolta dati che vanno poi a confluire in un database nazionale.

Inizialmente la sindrome MIS-C era stata confusa dalla comunità scientifica con una forma particolare di Malattia di Kawasaki. Con il passare del tempo è apparso chiaro che la malattia che colpiva i bambini a poca distanza dal Covid, era diversa: una sindrome “infiammatoria multi-sistemica” caratterizzata da febbre elevata, disturbi gastro-intestinali come nausea, vomito e dolore
addominale, dolore toracico, cefalea, rash cutaneo e interessamento cardiaco con miocardite e, più raramente, infiammazione delle arterie coronarie. La MIS-C, a differenza dell’infezione da Sars-CoV-2 degli adulti, interessa raramente il tratto respiratorio ma è ad essa strettamente correlata.
La MIS-C in Veneto In 18 mesi, in Veneto sono stati ricoverati 46 bambini con la sindrome MIS-C, di cui 29 maschi e 17 femmine, età media 8,5 anni (range 1.9-17.7). Nel 24% dei casi è stato necessario il ricovero in terapia intensiva, con una degenza media di 7 giorni. A preoccupare è soprattutto l’interessamento cardiaco che si presenta nella maggior parte dei casi sin dall’esordio della malattia ma persiste nel tempo. Circa un quinto dei pazienti, dopo circa 6 settimane dall’esordio della febbre, presenta ancora gradi variabili di sequele cardiache quali insufficienza miocardica o disaritmie.
Al termine della Conferenza stampa il Prof. Zulian ha aggiunto: “Il prossimo passo della ricerca è riuscire a validare uno score di severità di malattia al suo esordio in modo da poter trattare più aggressivamente i pazienti a maggior rischio di danni cardiaci a distanza”. Va sottolineato che l’equipe multidisciplinare pediatrica di Padova offre un servizio di consulenza h24 agli altri Ospedali delle Rete Regionale in modo da ottimizzare le cure e standardizzare i protocolli di trattamento e follow-up.
“Vaccinare giovani e giovanissimi, proteggere i bambini dal virus resta, ancora una volta, la soluzione per combattere il Covid ed evitare l’insorgere di complicazione ulteriori, come la MIS-C in età pediatrica” ha dichiarato durante la conferenza stampa il Direttore Generale dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, Giuseppe Dal Ben. “Ringrazio il team di Pediatri del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino della nostra Azienda che ha coordinato quest’importante ricerca, tutt’ora in corso e ha messo in luce aspetti ancora poco noti ma temibili di questa pandemia”.

A cura di Rosanna Anselmi

Nella foto il Prof. F. Zulian, Responsabile della UOSD Reumatologia Pediatrica dell'Azienda Ospedale-Università Padova


 
Ultimo aggiornamento: 05/01/2022
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