MUSICA & MEMORIA
Il nesso tra musica e memoria ha radici antichissime. Secondo la mitologia greca, la musa della musica, Euterpe (da εuτέρπω, cioè "colei che rallegra" "colei che dona piacere"), nasce da Zeus e Mnemosine, che personifica la memoria. La musica è uno stimolo complesso e saliente che si evolve nel tempo, tuttavia, risulta facilmente codificabile per il nostro cervello. La memoria per la musica può rimanere intatta in presenza di deficit mnemonici causati da malattie neurodegenerative, quali la malattia di Alzheimer. Inoltre è stato dimostrato che la musica promuove efficacemente la codifica e il recupero di informazioni non musicali, come il materiale verbale e i ricordi autobiografici. Per queste ragioni, la musica è considerata uno strumento efficace per stimolare la memoria episodica sia nei soggetti sani che nei pazienti affetti da demenza. Una estesa letteratura scientifica indica che gli esseri umani ricordano la musica molto meglio di altri stimoli grazie alle sue ripetizioni, al contenuto emotivo e alla rilevanza autobiografica. Le basi neuroscientifiche di questo fenomeno indicano che il potere emotivo della musica è radicato nell'attivazione di centri nervosi quali il nucleusaccumbens e la corteccia prefrontale ventromediale che fanno parte del sistema di "ricompensa" del cervello. Questo spiega la natura intrinsecamente gratificante e carica di emozioni delle esperienze musicali.
Al centro della nostra "risonanza emotiva" con la musica vi è il sistema limbico, una complessa rete di circuiti nervosi che comprende l'amigdala (responsabile dell'elaborazione emotiva) e l'ippocampo (area cerebrale di fondamentale importanza per la formazione delle memorie), che vengono attivati durante l'esposizione alla musica. Tali attività neurali spiegano il potere evocativo della musica nel suscitare esperienze emotive e mnemoniche vivide. Numerosi studi hanno evidenziato che, nei pazienti affetti da malattie neurodegenerative, la musica è in grado di esercitare una molteplicità di effetti benefici che comprendono miglioramenti della memoria, dell'interazione sociale e dei disturbi dell'umore (ansia e depressione) determinando pertanto un significativo miglioramento della qualità della vita.
Claudio Grassi
Professore Ordinario di Fisiologia Direttore del Dipartimento di Neuroscienze Università Cattolica del Sacro CuoreGemelli IRCCS, Roma
Conservatorio di MusicaA. Steffani
Nato nel 1969 a Castelfranco Veneto, il Conservatorio è intitolato alla memoria di Agostino Steffani, compositore, vescovo e ambasciatore, nato a Castelfranco nel 1654 e morto a Francoforte sul Meno nel 1728. Da oltre cinquant’anni il Conservatorio forma talenti che oggi operano nelle più importanti istituzioni nazionali e internazionali e attira studenti da tutto il mondo: il Conservatorio di Musica Agostino Steffani è capofila del progetto WWM 2.0 che riunisce tredici conservatori italiani per progetti di internazionalizzazione e incoming. È oggi l’Università della musica delle province di Treviso e di Belluno, unica Università indipendente della provincia di Treviso.Direttore del Conservatorio di musica Agostino Steffani è Paolo Troncon, compositore, musicologo e membro del CNAM (Consiglio Nazionale Afam Miur) del Ministero dell’Università e della Ricerca.
Interventi di:
Maddalena Carraro: arpa, Giulia Fryda Ceccato: sassofono, Sofia Guidolin: pianoforte