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Lo stato dell’IPB in Italia e le terapie innovative disponibili

venerdì 16 Dicembre 2022
Dalle 10:00 alle 12:00


Evento Motore sanità
Venerdì 16 dicembre 2022

Webinar su Zoom dalle ore 10:00 alle 12:00



disegno azzurro e verde con clessidra

 

Per informazioni e programma si rimanda al sito dell'organizzatore: link


L’iperplasia prostatica benigna (IPB) è una patologia che diventa sempre più comune con l’avanzare dell’età, sino a diventarne uno dei problemi di salute, e quindi sociali, più frequenti nel genere maschile. Il 43% degli ultrasettantenni e 3/4 di quelli con più di 80 anni lamenta disturbi soggettivi riconducibili ad IPB. I disturbi causati da questa sono collegati a diversi aspetti relativi alla conservazione del flusso (minzione e post-minzione) e generano incontinenza, nicturia e compromissione sessuale con un impatto negativo non solo sulla qualità della vita, ma anche sugli aspetti psicologici e sociali.

A questo si aggiungano complicanze cliniche come l’ipertrofia della parete muscolare della vescica, diverticoli e calcoli vescicali, problemi renali ed infezioni urinarie frequenti particolarmente pericolose data l’età avanzata della maggior parte dei pazienti. Inoltre rappresenta un problema assistenziale importante sia per la numerosità (dati recenti indicano una prevalenza del 31,6% negli over 45) che per le ricadute economiche notevoli in termini di diagnostica e di terapie farmacologico-chirurgiche. Se per i pazienti con sintomi lievi e medi è indicata la terapia farmacologica, per i pazienti con sintomatologia grave e/o non più rispondente ai farmaci è mandataria la terapia chirurgica. Le procedure open sono state oramai quasi completamente abbandonate a favore delle procedure per via endoscopica. 

Recentemente alla TURP ed alle  procedure con laser (HoLEP , PVP e Green Light Laser) si è aggiunta la tecnica REZUM, che sfrutta il vapore acqueo per ottenere la riduzione del tessuto prostatico. Le tecniche mini invasive sono particolarmente importanti soprattutto in periodo pandemico perché permettono di effettuare un maggior numero di interventi con degenza breve e minor costi. Per ciò che concerne la tecnica REZUM, questa può essere eseguita in regime di Day Hospital, necessitando di una leggera sedazione, e si realizza con una durata 10-12 minuti evitando il ricovero in ospedale.  I risultati di questo trattamento si rendono evidenti già nei primi 30 giorni e si stabilizzano nei successivi 3 mesi, con dati da studi retrospettivi che evidenziano come solo circa il 5% dei pazienti necessiti di ritrattamento a 4 anni.

Anche i dati di sicurezza sono molto positivi  con oltre l’80 % dei pazienti che ha preservato perfettamente la funzione eiaculatoria. Ma nonostante l’avanzamento tecnologico di queste procedure, gli evidenti benefici ottenuti non vengono valorizzati e remunerati, a causa di un calcolo che considera solo i costi diretti e non quelli ad es° riguardanti la mancata ospedalizzazione, la quasi assenza di trasfusioni ematiche e un ritorno precoce alla normale attività lavorativa.

Nel mese di Settembre Motore Sanità ha organizzato un incontro residenziale a Roma per trattare di tali tematiche con un parterre di opinion leader clinici, referenti di società scientifiche, referenti di associazioni pazienti e economisti sanitari. I relatori hanno dato vita ad un documento, una sorta di position paper contenente una serie di call to action da esporre ai Direttori Generali di ospedali e enti territoriali di sanità per avere un riscontro ed eventuali integrazioni al documento. A tale proposito Motore Sanità organizza un confronto in cui verranno esposti i principali punti del position paper a cui seguirà una tavola rotonda di discussione tra i partecipanti.

 

 
Ultimo aggiornamento: 06/12/2022